Pan Tramvai
DOVE
Convento Frati Cappuccini Piazzale Velasquez – Milano
Fra Raffaele Orlando, nativo di San Colombano al Lambro. Ho 38 anni e la passione per la cucina, in particolare per la panificazione e la pasticceria mi hanno sempre accompagnato. Ho studiato presso l’istituto alberghiero di Milano “A. Vespucci”. Sono frate cappuccino e proprio l’animo francescano non ha spento questa passione, ma l’ha arricchita ancora di più. La cultura per la bellezza, la semplicità, per ciò che cresce in silenzio e dà gusto alla vita: questo ritengo essenziale. Se vogliamo la cucina è davvero una parabola della nostra esistenza e nel mio piccolo cerco di comunicare anche questo! Ho pubblicato in libro di preghiere e poesie “Briciole di Infinito” con prefazione di Luigi Verdi, Effata’ editrice.
Negli anni ’50 il Pan Tramvai era il pasto dei pendolari che dalla Brianza dovevano raggiungere Milano in tram. Da allora la sua ricetta non è cambiata e continua a popolare i banconi dei forni più prestigiosi e tradizionali. Intorno alla metà del secolo scorso, con la comparsa dei primi tram a vapore, il Pan Tramvai era il pasto di tutte quelle persone che, per lavoro o per varie commissioni, dovevano raggiungere la città di Milano dalla Brianza. Soprannominato anche “panettone dei poveri” proprio per la ricchezza dei suoi ingredienti e per la dolcezza del suo impasto, il Pan Tramvai era venduto alle fermate del tram insieme ai biglietti di percorrenza e, talvolta, era addirittura dato come resto al posto del denaro.
INGREDIENTI
500 g farina 0 oppure 2
280 g acqua
200 g lievito madre liquido (o 8 g di lievito di birra fresco0
20 g sale
170 g burro
700 g uvetta
PREPARAZIONE
Disponiamo la farina in una ciotola o in planetaria, insieme al lievito madre (o quello di birra fresco sbriciolato) e gran parte dell’acqua. Cominciamo ad impastare con un cucchiaio e, ad impasto formato, aggiungiamo il sale e l’acqua rimasta. Lavoriamo qualche minuto e, ottenuto un impasto liscio, aggiungiamo il burro morbido, poco per volta, lavorando fino a farlo assorbire completamente all’impasto. Infine, incorporiamo l’uvetta e lavoriamo fino a distribuirla uniformemente. Copriamo e lasciamo lievitare fino al raddoppio per 2 ore circa (con il lievito madre ci vorrà di più) a temperatura di circa 26-27 gradi (il forno con la luce accesa potrebbe andar bene). Dividiamo l’impasto in due parti e ad ognuna diamo la forma di due cilindri e lasciamo lievitare una seconda volta per circa 45-60 minuti (con lievito madre anche 2 ore, sempre ad una temperatura di 26-27 gradi). Cuociamo in forno caldo e statico a 200° per 20 minuti; abbassiamo a 180° e lasciamo cuocere altri 20 minuti.
FRATE CUOCO
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