Convento Monterosso

Un accordo scientifico di ricerca e formazione con Università degli Studi Milano-Bicocca

Il Convento dei Frati Minori Cappuccini di Monterosso al Mare ha stretto, con la prof.ssa Emanuela Mancino, un accordo di collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e, in particolare, con gli insegnamenti di filosofia dell’educazione, pedagogia della comunicazione del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “R. Massa”.

Tale importante legame ha già permesso la realizzazione di una corposa ricerca, originata in occasione dei festeggiamenti del quattrocentenario della fondazione del convento, da cui sono nati:

  • un testo (andiamo-ai-frati) che contiene anche un progetto fotografico
  • un documentario, realizzato con il filmmaker Giulio Pedretti

Sulla base di tale accordo, è possibile non solo organizzare seminari, laboratori ed occasioni culturali, ma progettare momenti formativi sia destinati alla cittadinanza di Monterosso che a chiunque voglia prendere parte ad attività di cura dello sguardo, del silenzio, della bellezza, della riflessione, attraverso arte, musica, danza, poesia, letteratura, filosofia, fotografia, cinema…

Nell’anno 2024 grazie alla collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione R. Massa, la prof.ssa Emanuela Mancino e il Convento dei Cappuccini di Monterosso, hanno il piacere di organizzare la terza edizione di: 

 

SCUOLA DI SGUARDO, BELLEZZA E SCRITTURA

Convento Monterosso

“Tutte le cose sono connesse le une alle altre, e sacra è la loro connessione”
Marco Aurelio

Convento MonterossoQuasi ottocento anni fa un uomo di nome Francesco radunava, con le parole, le cose e gli esseri viventi. Lo faceva con il ritmo del canto, anzi, di un cantico. L’andamento delle sue lodi rivolte al creato fa da ritmo ad una devozione che non è solo voce per chi crede: Francesco nomina e chiama a presenza gli elementi e insieme chi lo e gli ascolta. La sua è un’intonazione di nessi, di relazioni. È come se pronunciare il Cantico rendesse Francesco maestro di un coro di cui facciamo parte anche noi, ora. Mentre canta ci invita a sentire, a prestare ascolto. Ma non solo alle “cose” che fa comparire in scena, con le sue parole: Francesco non nomina solo per lodare, il suo dire muove chi ascolta verso uno o più elementi attraverso cui riconoscersi. Da lì, così, può nascere riconoscenza. Il cantico è un insieme di cantici perché la vita chiama più forme, suoni, vesti e sentimenti e incontri per esprimersi: la terra cui Francesco si riferisce produce diversità, molteplicità, colori. C’è bisogno di più voci per dire.
Convento MonterossoQuasi cent’anni fa un uomo solitario e inquieto rivolgeva attenzione alla voce plurale con cui accade la vita, prestando ascolto ad un mondo interiore che suonava come un canto polifonico. Avendo affinato il proprio orecchio attraverso la lettura di testi classici, di letteratura, filosofia, religione e avendo allenato la propria sensibilità attraverso una penna attenta ai moti dei sentimenti, non sapeva individuare la sorgente del suono, ma sentiva il proprio stare al mondo come una sinfonia, arrivò a sentire che la sua anima, così disse, era un’orchestra misteriosa.Tra le voci cui presta ascolto il plurale poeta portoghese, c’è Lucrezio. Da lui imparerà a capire che siamo fatti di acqua, di terra, di fiori, di luce, di pioggia, di vento e che di tutti questi elementi siamo parte. E che queste parti possono essere partiture di canti e sinfonie e che nel coro si produce l’incontro, la trasformazione, l’ascolto.

“… Laudato sì, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
… Laudate et benedicete mi’ Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate”
San Francesco

“La mia anima è un’orchestra occulta;
non so quali strumenti suonino o stridano dentro di me,
corde, arpe, timpani, tamburi.
Mi conosco come sinfonia”
F. Pessoa

“Così l’universo si rinnova senza posa
e le creature mortali vivono scambievoli vite”
Lucrezio

Convento MonterossoAscoltare il mondo, sia quello intimo e personale, sia quello intorno, collettivo, significa entrare in un universo che porta in presenza immagini e storie.
La scuola di Sguardo, bellezza e scrittura vuole, nel 2024, chiedere ancora una volta ai partecipanti ai seminari residenziali, di scrivere di sè prestando attenzione al pensiero di Marco Aurelio (la citazione che trovate all’inizio del programma è ormai divenuta il nostro “motto”) che accompagna questa scuola particolare come cornice ed orizzonte. La meraviglia con cui le cose sono connesse le une alle altre ci farà incontrare e percorrere il Cantico di San Francesco attraverso il gesto lento e sacro della colleganza, del metterci in ascolto. Ascolteremo così la parola che sa farsi ricerca, che sa essere percorso per condurci alle sue origini, ma anche ai suoi incontri, che sono diventati sposalizi di senso o discordanze culturali, che sono diventati ricchezza o semplificazione, che sono divenuti vocaboli intimi e condivisi in silenzio o si sono fatti voce di coro, creando luoghi dove si sta insieme o si prende congedo.

Convento MonterossoIl percorso della Scuola di Sguardo, Bellezza e Scrittura ci condurrà, attraverso seminari residenziali indipendenti, ma connessi (ciascuno potrà scegliere quale frequentare), a metterci in ascolto del brusio del mondo, delle parole delle nostre emozioni. Esploreremo i frammenti, tracceremo itinerari attraverso la vita delle immagini che parole e ricordi creano, costruiremo prospettive e orizzonti verso cui muoverci.
Lo faremo ciascuno col proprio passo, attraverso scansioni e ritmi di incontro con le parole e con i silenzi.
Saremo ospiti delle e nelle nostre parole, staremo nel “cuore dei luoghi amati” (De Angelis) o lontano, dove dobbiamo fare il gesto di riconoscerci. Staremo nelle nostre parole come in ciotole, in cesti pronti ad accoglierci, ma anche fatti per andare incontro. Ci raccoglieremo nelle parole familiari che sanno essere madri e padri. O ci muoveremo, sapendo che dire ci àncora al mondo e ci fa- insieme- decidere, scegliere, andare.

Temi e date:

  • Chiamare, convocare, smarrire: il pensiero nascente di sè
  • Dire bene, ringraziare, conservare: i gesti della parola in ascolto
  • Sole, luna e stelle: i sillabari delle nostre inquietudini
  • Aria, acqua, fuoco, terra: quattro e più voci per la memoria
  • Canto, respiro, silenzio: il corpo del dire come pratica per intonare e stonare

I seminari, che si svolgono dal venerdì pomeriggio alla domenica, hanno il seguente calendario:

  • 5-7 aprile 2024
  • 3-5 maggio 2024
  • 21-23 giugno 2024
  • 20-22 settembre 2024
  • 25-27 ottobre 2024

Gli incontri sono aperti a: studenti dell’Università di Milano-Bicocca, studenti di altri atenei, studenti delle scuole superiori, corsisti della Casa della Cultura di Milano, appassionati di scrittura, sguardo, bellezza, corsisti del laboratorio di Filosofia e Pedagogia del Cinema, cittadini di Monterosso e cittadini di altri luoghi, affezionati al Convento.

OGNI SEMINARIO E’ AUTONOMO E SI APRE E CONCLUDE NELLE TRE GIORNATE INDICATE (non è quindi necessario seguire tutto il percorso, anche se c’è chi si affeziona e torna più volte…)

I percorsi si svolgeranno a partire da temi specifici e condurranno i partecipanti alla scrittura personale secondo metodologie autobiografiche improntate ad un’idea di autoformazione che vede la scrittura come ascolto di sè, come custodia della propria solitudine, ma anche come possibilità di incontro e di presa di parola di fronte agli altri. La scrittura ci porta nelle radure, nei chiari del bosco della nostra storia, ci fa incontrare l’imprevisto, ci permette di guardare le cose – anche quelle note – con sguardo nuovo, insolito, decentrato, capace di rinnovamento. Attraverso metodologie basate su ricerche attente all’immaginario, all’arte, alla bellezza, alla poesia, ciascuno potrà affacciarsi sulle proprie vicende, illuminarne o oscurarne alcune parti, dedicarsi a quegli spazi interiori che appaiono con sorpresa a chi scrive e che a volte mai avremmo immaginato, altrimenti, di veder emergere (e chiedere udienza). Ogni incontro stimolerà quella particolare caratteristica (e quel prodigioso potere) della scrittura che è la possibilità di accrescere le nostre capacità di sguardo: non per vedere con precisione, ma per guardare altrimenti, per vivificare la meraviglia e lo stupore, per rendere visibile ciò che sembrava inaudito, quasi tacito, come un mormorio, come un pensiero che cercava spazio.  Scrivere ci permette di vedere e di vedere in più modi. Non solo amplia le possibilità stesse del guardare, ma le apre alla bellezza, alla diversità e all’impertinenza: scrivere fa meravigliare lo sguardo, lo riporta a rispondere al richiamo della bellezza. Ad accompagnare i percorsi, avremo riferimenti d’eccellenza: poeti, scrittori, fotografi, registi, pittori: Da Sant’Agostino a Montaigne, da Rilke a Picasso, da Ghirri a Burri, da Almodovar a Celan, da Foucault, a Marco Aurelio, da Ricoeur a Lévinas, Zambrano, Weil, De Angelis, Calvino, Bachelard, Romano, Simic, Szymborska, Ponty…

Il corso è diretto e condotto dalla prof.ssa Emanuela Mancino, docente di filosofia dell’educazione presso il Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “R. Massa”. Collaboreranno con lei alcuni membri del gruppo di ricerca Trame educative. Il gruppo di ricerca sulle Trame Educative è composto da: Elisa Asnaghi, Maria Laura Belisario, Ornella Castiglione, Elvis Crotti, Michele Fossati, Giovanna Dal Grande, Daniele Delfino, Barbara Di Donato, Monica Gilli, David Manna, Silvia Vergani.

I seminari sono residenziali e si svolgono al Convento dei Cappuccini di Monterosso al Mare, un luogo di spiritualità e storia, arte e cultura (Primo Luogo del Cuore in Italia nel censimento FAI del 2014) che sorge su un colle affacciato sulla meravigliosa baia delle Cinque Terre. L’accoglienza in questo luogo amico avviene negli ambienti storici: l’antico refettorio, le terrazze del cosiddetto “Paradiso dei frati”, le celle che un tempo erano dei frati.

Seguiranno locandine specifiche per ciascun appuntamento

Per info e prenotazioni: educarebellezza@gmail.com
o presso il Convento: conventomonterosso@gmail.com

PROSSIMI SEMINARI IN PROGRAMMA

APPROFONDIMENTI

La scrittura (narrativa, poetica, di sé) è un gesto di accesso a luoghi spesso nascosti. È uno sguardo che si prende cura dell’ordine e del disordine del mondo, del nostro mondo, attraversando i vissuti, le emozioni, aprendo feritoie che permette di far ingresso in spazi che divengono via via più ampi, permettendoci di esplorare espressivamente e filosoficamente quel che, nel dialogo tra parola e silenzio, diviene materia da dire, da tacere, da conoscere e riconoscere, cui dar forma, da cui prender forma.

La scrittura permette non solo di guardare, come da fuori, un pensiero e un’emozione che prima si agitavano e vibravano dentro, ma consente il magico azzardo di sentire due volte, di provare l’utopia di ciò che si fa invisibile, quando prima pareva indicibile, ci porta a percorrere itinerari dei ricordi, stringendo patti col passato, costruendo ponti ed alleanze col futuro.

Le parole stringono la mano al desiderio, si affacciano sulla speranza, offrono una patria ai pensieri erranti, lasciano uscire ciò che preme per andar via.

Con la parola si torna a casa, in un gesto di formidabile rimpatrio (offerto dalle nostre mani, ricavato dalla fatica del nostro negoziare con la pagina) che ci fa nuovi ai nostri stessi occhi, proprio mentre scriviamo per ri-conoscerci, per rinnovarci in quello spazio sempre un po’ più in là che occupano le parole che si inseguono tra le righe, negli a capo del pensiero.

Si fanno tornare a casa quelle parti sparse, frammentarie, isolate; le si fa incontrare con la parola che avvicina, che accosta mondi e li rende più possibili, più abitabili, pacificanti.

Scrivere è azione che cerca, che procede per indizi, che consente la mossa antica e spesso perduta della meraviglia, dello stupore, dell’alleanza.

Forte di una pluriennale esperienza di studi, ricerche, formazione a livello nazionale e internazionale, iscrivendosi nel solco di una tradizione di indagine sulle metodologie autobiografiche, la prof.ssa Emanuela Mancino ha messo a punto un approccio multidisciplinare e filosofico all’educazione attraverso le forme dello scrivere, intrecciando ricerche nel campo del linguaggio cinematografico, artistico, teatrale, fotografico, performativo, iconografico con un impianto pedagogico volto all’educazione alla bellezza coma pratica formativa ed autoformativa che corrisponde ad un’educabilità dello sguardo (inteso come dimensione estetica dell’esistere e del convivere e dell’incontrare), ad una cura del proprio essere nel mondo e in relazione che ci renda consapevoli della necessità dell’attenzione, della custodia e della premura verso una parola che sia sempre più “pensata”, vissuta e responsabile.

Aver cura della parola significa aver cura di sé, delle relazioni, dell’ascolto e del silenzio, della contemplazione.

Le parole sono in ascolto: sono una forma di attenzione. Rendono visibile lo sguardo stesso: uno sguardo che taglia e che cuce, che mette in fila o sconquassa il mondo, che è vicino alle questioni della vita, alle sue domande, alla sua materia, che mette in salvo il tempo, lo porta nel fitto dei pensieri e delle parole altrui,

I laboratori proposti si rivolgono ai Corsisti della Scuola di Autobiografia della Casa della Cultura di Milano, agli studenti, a chi voglia trascorrere tre giorni dedicati alla riflessione sul silenzio, sulla parola, sulla bellezza.

Di volta in volta, si avvicenderanno, nell’affiancamento della professoressa Mancino alla conduzione dei laboratori, i membri del Gruppo di Ricerca “Trame educativE” (Barbara Di Donato, Maria Laura Belisario, Monica Gilli, Silvia Vergani, Giovanna Dal Grande, Daniele Delfino, Elvis Crotti, Elisa Asnaghi, Emanuele Fusi, Ornella Castiglione)

Emanuela Mancino

Convento MonterossoInsegna Filosofia dell’Educazione e Pedagogia della Comunicazione all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha ideato e dirige il Laboratorio di Filosofia e Pedagogia del Cinema, realizzato presso la Cineteca di Milano- Mic; è direttrice scientifica del gruppo di ricerca sulle Trame Educative; ha ideato ed è stata direttrice scientifica del Corso di Perfezionamento in Scienze, Metodi e Poetiche della Narrazione; dirige la Scuola di Autobiografia presso la Casa della Cultura di Milano.  E’ membro fondatore dell’Accademia del Silenzio. Collabora con il Convento dei Cappuccini di Monterosso da diversi anni.

Da una corposa ricerca di tipo narrativo che ha coinvolto il paese di Monterosso, in occasione della celebrazione dei 400 anni dalla fondazione del Convento dei Cappuccini, sono nati una pubblicazione (“Andiamo ai frati”, 2019) un documentario ed un progetto fotografico che hanno fatto meritare al progetto di ricerca la Medaglia della Presidenza della Repubblica il 25 aprile 2019.

Partecipa alle iniziative promosse dal Convento e, nell’ambito dell’accordo tra Università di Milano-Bicocca e Convento dei Cappuccini di Monterosso, di cui la prof.ssa Mancino è responsabile scientifica, realizza seminari, lezioni, ricerche.

Tra le sue più recenti pubblicazioni:

“A perdita d’occhio. Riposare lo sguardo per una pedagogia del senso sospeso”, Mursia, 2014;

“Il segreto all’opera. Pratiche di riguardo per un’educazione del silenzio”, Mimesis, 2013;

“Cambiamenti incantevoli. Bellezza e possibilità di apprendimento”, Cortina, 2011;

“Andiamo ai frati. Il convento dei cappuccini di Monterosso attraverso le memorie dei suoi abitanti. Una ricerca narrativa”, Mimesis, 2019

“Guardare. Un senso di riguardo” (con Monica Quirico), Cittadella editore, 2020

 !Lì, dove ci incontriamo. Appunti per una pedagogia dell’imprevisto”, Cafagna ed. , 2020

accordo scientifico di ricerca e formazione con Università degli Studi Milano-Bicocca
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