Il Convento sull’ultimo libro dell’artista Michelangelo Pistoletto
pubblicato il: 17 Gennaio 2023
Nell’utimo libro di Michelangelo Pistoletto dal titolo “La formula della creazione” ci sono cinque pagine dedicate al suo incontro con il Convento di Monterosso
Ne ha recentemente parlato in una intera pagina anche il Corriere della Sera. Stiamo facendo riferimento a un volume veramente prezioso e caro. Una autobiografia intellettuale, ma anche un’involontaria storia dell’arte e un trattato estetico politico è l’ultimo libro dell’artista e amico Michelangelo Pistoletto che alle soglie dei novant’anni pubblica “La formula della creazione” (edito da Cittadellarte) sua intensa e altamente lirica testimonianza d’artista che mira a coniugare la scienza e la religione fondata sulla fede nell’assolutezza del divino. Pistoletto ci offre l’opportunità di riconsiderare i cardini della nostra esistenza e ci chiama a una nuova responsabilità verso noi stessi, verso l’altro, verso la natura di cui facciamo parte. Un affascinante profondo itinerario fra cenni biografici, il suo percorso d’artista e la lettura quanto mai attuale delle sue opere iconiche e più importanti. Leggere quelle pagine è un’esperienza unica, è come avere la fortuna di essere seduti davanti a Michelangelo e sentirlo raccontare con la sua voce calda e appassionata, interiorizzando tutto ciò che dice. E l’emozione sale poi quando trovi che da pag. 310 Michelangelo parla del suo incontro con il Convento di Monterosso dove ha scelto, fra l’altro, di lasciare in maniera permanente una delle sue opere più preziose “Il terzo paradiso” che è genesi ed evoluzione di tutto il suo pensiero artistico e filosofico.
Nel bel capitolo parla anche del suo incontro con padre Renato: “Tu sei il convento e custodisci tutti i suoi valori, materiali e spirituali e operi per riportare alla vita questi valori. Da come vedo non sei solo, hai con te la gente che ha bisogno di ritrovare in questo nostro tempo le ragioni stesse della vita. Il monastero risente oggi della mancanza di vocazioni, ed è per questo che sei solo, ma la vocazione che nel passato guidava i giovani al convento non è più circoscrivibile e contenibile nell’antico metodo. La vocazione la si trova nelle persone che oggi vivono ovunque nella società ed è un’aspirazione alla completezza dell’esistenza che non trova le condizioni pratiche per essere realizzata. Le persone che vengono oggi al tuo convento cercano una identificazione con il mondo e per questo chiedono aiuto prestandosi a uno scambio tanto intellettuale quanto pratico. A queste persone tu offri lo spazio e il tempo in questa antica abbazia per dare compiutezza alla vocazione che nasce dalle necessità più profonde. Tu Padre Renato sei il convento e noi che veniamo qui siamo i tuoi nuovi monaci – frati- fratelli moderni”.
Bellezza di intenti che si incrociano, si alimentano e si condividono. Grazie Michelangelo per aver fatto di questo convento un po’ anche la tua casa.