“Ci sono luoghi in cui il mondo prende un significato diverso, più profondo; luoghi che esprimono un ordine antico e quasi senza tempo” (Marco Martella)
“Ci sono luoghi in cui il mondo prende un significato diverso, più profondo; luoghi che esprimono un ordine antico e quasi senza tempo” (Marco Martella)
- Un piccolo luogo dell’anima dove si sperimentano quotidianamente la serenità francescana e una profonda spiritualità.
- Pace, bellezza e accoglienza sono i valori che il Convento dei Frati Cappuccini di Monterosso intende promuovere e portare avanti attraverso un percorso di fede, ma anche di valorizzazione culturale, artistica e sociale.
- Un profondo cammino nella ricchezza dell’amore di Dio, che i Frati Cappuccini provano a condividere anche grazie presenza gioiosa di tutte le persone che ci vogliono bene e desiderano aprirsi a questa meravigliosa esperienza. Ancora animati dal desiderio, dopo oltre quattrocento anni, di salire fin quassù, dove il paradiso sembra essere un po’ più vicino.
Il Convento di Monterosso al Mare, appartenente all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Genova, è sempre stato un luogo di riferimento sia per la comunità locale che per i visitatori delle Cinque Terre. Dalla storia di Monterosso si evince come i Frati Cappuccini siano sempre stati parte integrante della comunità e un chiaro riferimento spirituale; la popolazione di Monterosso ha sempre amato e rispettato il Convento che, insieme al Santuario della Madonna di Soviore, rappresenta un punto di riferimento di devozione molto intensa e fa parte degli affetti più cari della popolazione. Esso domina visivamente la baia monterossina ed è posto sul Colle di San Cristoforo, il promontorio che separa l’antico borgo di Monterosso dalla località di Fegina che si è sviluppata in epoca più recente.
Il Convento è visibile da tutte le Cinque Terre e si colloca come un forte elemento di attrazione per i turisti considerato anche l’alto valore storico e artistico dei tesori d’arte che esso contiene: si ricordano la Chiesa seicentesca in stile cappuccino con altare e coro in legno, le sue opere d’arte (fra cui la “Crocifissione” attribuita popolarmente al pittore Van Dyck, “San Girolamo penitente” di Luca Cambiaso), il refettorio a volte con “La Veronica” di Bernardo Strozzi, il convento che ha mantenuto tutte le caratteristiche tipologiche di un tempo cui si aggiunge il panorama sublime che da esso si può contemplare. Il Convento viene citato su tutte le guide storico-artistiche del territorio sia italiane che internazionali e insieme alle Cinque Terre rientra nel Patrimonio Mondiale Unesco.